Trasportare la musica di Rossini dalla dimensione orchestrale a quella per singolo strumento comporta una selezione degli elementi più importanti, e pertanto l’analisi delle componenti che non possono essere tralasciate, siano esse colori, motivi e caratteristiche di stile: si pensi ad esempio al dinamismo e al “ritmo” della partitura rossiniana, al calcolato equilibrio di elementi apparentemente discordi. In questo caso si è non tanto cercata una assoluta imitazione dell’orchestra, ma perseguita piuttosto una logica che valorizzasse le caratteristiche idiomatiche dell’organo (registri, modo di attacco del suono e anche qualità coloristiche individuali), nella convinzione che questo possa rendere giustizia nel migliore dei modi alle potenzialità della partitura rossiniana. L’ascoltatore noterà pertanto sonorità che ricordano il tamburo e addirittura la banda, ma anche l’impiego di registri come i “Campanelli” (Tancredi), perché meglio sembravano suggerire il carattere scanzonato del tema, la “Voce umana” (Gazza ladra), che poteva tradurre efficacemente la successione di ritardi armonici, o registri diversi dai “fiati” (di norma utilizzati da Rossini per il secondo tema) se ciò poteva dare una maggiore varietà di colori.